eventi

Open One Art Gallery
presenta
"The power of minimal" di Erik Oldenhof
24-02-2025 - 25-07-2025

Erik Oldenhof: "The power of minimal"

Dal 24 febbraio al 25 luglio 2025
Banca Generali Private
Viale Agostino Marti, 95 - Lucca

Inaugurazione lunedì 24 febbraio 2025 ore 18.00

Dal 24 febbraio al 25 luglio 2025 presso la sede di Banca Generali Private di Lucca la Open One Art Gallery, in collaborazione con Atelier Balderi di Milano, propone una mostra personale di Erik Oldenhof: "The Power of minimal"
In esposizione una selezione di più di venti quadri di grande e piccolo formato.

 

“Luce, spazio e silenzio” - Testo: Marijke van Oppen.

Erik Oldenhof è nato a Nijmegen nel 1951 e ha trascorso la sua giovinezza nel villaggio di Mook.
Ha realizzato il suo primo dipinto all'età di 15 anni, ispirato dalla zia che gli ha dato i materiali per dipingere.
Conobbe l'arte per la prima volta attraverso la collezione di suo padre, che consisteva in dipinti di paesaggi dei pittori della Scuola Plasmolen attivi a Mook tra il 1940 e il 1950.
I suoi primi ricordi riguardano la lavanderia di suo padre. Le pile ordinatamente disposte di tovaglioli stirati e piegati e le tovaglie bianche sui tavoli di zinco hanno lasciato in lui un'impronta visibile nei suoi dipinti più recenti. Tracce del passato che inconsciamente si fanno strada nella pittura e nella tela.
Da bambino Erik Oldenhof era un sognatore. Uno dei suoi sogni era diventare architetto. L'architettura dell'epoca, soprattutto in stile Bauhaus con i suoi motivi geometrici astratti, è evidente nei dipinti della sua giovinezza.
Negli anni '70 ha studiato architettura a Nijmegen e ha lavorato per numerosi architetti praticanti. Il Museo Kröller-Müller di Otterlo, con la sua collezione di opere di Piet Mondriaan e Bart van der Leck, nonché le opere di Wladyslaw Strzeminiski gli hanno aperto gli occhi sulla grande tradizione della pittura astratta.
Viaggia a Roma, Firenze, Parigi e Madrid per studiare storia dell'arte, poi prosegue gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Amsterdam per affinare le sue capacità.
Il periodo successivo alla sua frequenza dell Accademia lo trascorse sperimentando nel suo nuovo studio ad Amsterdam. Realizzò paesaggi, studi di figure e i primi dipinti astratti. Oldenhof è stato fortemente ispirato dalle luci e dalla struttura dei paesaggi.
Nel corso degli anni il suo lavoro è diventato sempre più astratto e ogni residuo riferimento paesaggistico è scomparso nel processo. Ciò ha portato a una serie di monocromi neri e rossi del 1988-1989, ispirandosi a ZERO e alla Minimal Art.
Era chiaro fin dall'inizio che sarebbe diventato un pittore astratto. Il suo background in grafica e la sua formazione in architettura hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo del suo lavoro.
Da qui seguì un periodo di radicale riduzione delle immagini. Negli ultimi vent'anni le opere di Erik Oldenhof si riconoscono dalle molteplici sfumature di bianco. Le osservazioni sensoriali delle strutture dei dipinti sono diventate un fattore importante. L'immobilità che trasudano i suoi dipinti costringe l'osservatore a concentrarsi su una certa concentrazione. Sta cercando, secondo le sue stesse parole, qualcosa di intoccabile per raggiungere una scintilla super sensuale dell’immateriale.
Erik Oldenhof interroga gli elementi classici della pittura come il ritmo, le linee, la ripetizione della luce e il gioco delle ombre. Analizza coraggiosamente un modo per rispondere a queste domande.
Per Oldenhof, il colore bianco testimonia l'immobilità e la pura energia della luce e l'illusione dello spazio. Il suo lavoro è diretto, privo di coincidenze, le soluzioni chiare e convincenti, ma c'è sempre spazio per ulteriori ricerche. Le linee soffocanti dei suoi monocromi funzionano come accordi musicali.
I suoi dipinti invitano lo spettatore ad arrendersi agli aspetti emotivi e psicologici del continuo cambiamento. Si sforza di offrire allo spettatore una forma visionaria di bellezza, spazio e silenzio. Oldenhof è un artista che sceglie la propria strada e affina il visivo con una padronanza precisa e calcolata dei materiali.
Con questo approccio, nei suoi dipinti collega tra loro il contemporaneo e l'eterno e converte con successo l'ipotermia in un calore appassionato.